Così strutturato, il momento del pasto favoriva la relazione fra i bambini e fra questi e gli adulti.
Nottin, direttore de “La Roseraie” racconta che alla ripresa scolastica dopo l’estate, “à la rentrée”, andò con tutta la scolaresca nella “salle à manger”, la sala da pranzo, invitando ciascuno/a scegliersi un posto preferito.
Anche Nottin scelse il suo posto, in un tavolo ancora vuoto.
Uscito per qualche attimo per una incombenza, al suo ritorno vide che al suo tavolo s’erano accomodati cinque ragazzini, guarda caso, tutti orfani di padre.
Ecco, pensò commosso, il mangiare insieme può offrire un momento benefico per tessere relazioni positive fra adulti e bambini e per riparare quelle che, purtroppo, si sono lacerate.
Sarebbe bene se, anche ai giorni nostri, quella pausa mensa non venisse disertata, o resa inaccessibile, proprio a chi ne ha più bisogno. I posti a tavola vanno aggiunti, non tolti!