E’ questo uno degli interrogativi che avverto ricorrente in Italia, una metamorfosi del lavoro che a partire dagli ultimi 10-15 anni ha progressivamente affermato la necessità, complice anche la recente difficoltà economica-produttiva, di rivedere, ridisegnare, adeguare il lavoro al momento specifico della fase di vita.
Questo fenomeno è tanto più accentuato per le donne la cui parola di riferimento, sono convinta, sta diventando sempre più conciliazione. Conciliazione dei tempi del lavoro con i tempi della famiglia e di cura, conciliazione tra il lavoro e i cambiamenti fisiologici e concreti più intensi di una donna come maternità e menopausa, conciliazione tra uno stile di gestione basato sulla presenza e sul controllo e uno stile di gestione centrato sul raggiungimento di obiettivi, sull’autonomia organizzativa che concede spazi ai ritmi e alle esigenze individuali.
Se L’Unione Europea ha tra gli obiettivi dell’Europa 2020 proprio l’incremento dell’occupazione femminile negli Stati membri, in Italia le politiche del lavoro che ne sottendono il perseguimento si concentrano da un lato sul tema del Welfare aziendale e del processo di sensibilizzazione culturale nella gestione delle Risorse Umane; dall’altra sullo sviluppo dell’”autoimprenditorialità” come forma di inserimento o reinserimento lavorativo.
Tra le prime segnalo le misure di flessibilità oraria e organizzativa, la possibilità di “work at home”, oltre a forme di supporto diretto tra cui asilo nido aziendale, trasporto per i figli, borse di studio.
L’autoimprenditorialità risponde all’esigenza di molte donne di autonomia e di flessibilità e rappresenta una forma di inserimento o reinserimento lavorativo per tutte le fasce di età, specie per quelle più mature. Attraverso l’intervento delle Camere di Commercio o di Enti territoriali l’autoimpresa può trovare incentivi all’avvio.
Resta in ogni caso la donna il punto di avvio. Il suo desiderio di attivarsi, trovando in se stessa le risorse e la motivazione per partire o ripartire con il lavoro in un quadro di conciliazione con i cambiamenti di vita in atto.
In particolare, il supporto alla donna nel suo percorso individuale di inserimento, reinserimento, cambiamento nel mondo del lavoro si articola, a mio avviso, in questi elementi cardine:
• orientamento professionale, inteso come analisi dei bisogni individuali e delle nuove aspirazioni a medio termine;
• scelta degli strumenti mirati alla realizzazione del progetto professionale, tra cui la leva formativa, l’accesso a misure e incentivi;
• sviluppo, nel contesto di riferimento, alla luce della rete territoriale dei servizi.
Per informazioni : Luisagardella@gmail.com
marta
Bello!molto interessante!brava