Il libro racconta l’affascinate storia legata alla raccolta delle piante officinali, che ha visto le donne protagoniste nei secoli. Si apre così un percorso che dalla zona del Garda conduce alle esperienze di altre regioni d’Italia e del mondo con la guida delle autrici, appassionate ricercatrici e raccoglitrici.
di: Maria Pia Macchi, Sara Maino, Fiorenza Tisi.
Testimonianze fra le generazioni
Sono trentacinque le testimonianze raccolte nel libro che s’inseriscono in una vasta ricerca bibliografica riferita a diverse regioni d’Italia e del mondo, evidenziando le elevate proprietà nutrizionali di piante che hanno accompagnato nei millenni la storia del genere umano.
Il testo coniuga sapientemente i ricordi degli anziani, generazioni di donne e uomini profondamente legati alla loro terra, con le iniziative e le speranze dei più giovani, uniti da un forte rispetto e amore per la natura, nella denuncia dei veleni che inquinano l’ambiente, nel desiderio di una vita semplice e sana, nel recupero di quei sapori arcaici e autentici, cancellati da un’omologazione alimentare che sta via via cancellando la biodiversità del nostro Pianeta.
Un sapere da salvare
Purtroppo, molto sapere si è perso, le specie note e usate sono diminuite notevolmente rispetto al passato.
Sono già trascorsi dieci anni da quando, in occasione dell’Anno Internazionale della Biodiversità, la FAO ha evidenziato le conseguenze negative della diffusione di modelli alimentari che stanno danneggiando la nostra salute e l’ecosistema.
Con tutte le incognite che ci presenta un futuro in cui il cambio climatico, la crescita della popolazione mondiale e l’insufficienza delle terre coltivabili mettono a rischio la sicurezza alimentare, le forme selvatiche delle piante coltivate potrebbero costituire un’importante risorsa, che va assolutamente tutelata e valorizzata per tempo.
La ricerca delle autrici
La pubblicazione illustra i dati raccolti dalle autrici nel corso di una ricerca etnobotanica sulle piante spontanee a uso alimentare. In tempi di guerra e di carestie, queste piante hanno sostenuto un ruolo importantissimo per la sopravvivenza umana tanto da venir chiamate alimurgiche, alimenti utili in caso di emergenza alimentare, che possono ancora dare il loro contributo per integrare la dieta.
Il termine “Foraging” indica un’attività comune a esseri umani e animali nella ricerca del cibo che cresce spontaneo nei boschi e nei prati. La raccolta di bacche ed erbe spontanee è una pratica antica che implica un rapporto con la natura, parte integrante di quell’arte di arrangiarsi, oggi non più scontata, propria della gente di montagna.
Un modo di prendersi cura di sé che le autrici vogliono valorizzare attraverso le parole di chi non ha dimenticato questa arte. Rivivono così, pratiche che conducono a scelte alimentari consapevoli, in sintonia col ritmo delle stagioni, nella tutela del benessere delle generazioni future.
La ricerca biennale si è svolta, col sostegno del Centro Studi Judicaria, in 13 Comuni: Arco, Tenno, Dro, Nago-Torbole, Riva del Garda, Cavedine, Fiavè, San Lorenzo Dorsino, Tre Ville, Bleggio Superiore, Spiazzo.
Sei di questi comuni sono localizzati nella Comunità Alto Garda e Ledro, 4 nella Comunità delle Giudicarie, 1 nella Comunità della Valle dei Laghi, 1 a Trento, capoluogo di Provincia e 1 in Provincia di Verona.
Immagini che riconducono a una vita in armonia con la natura
Il testo, di 118 pagine, è corredato da 115 immagini e descrive le interessanti proprietà nutrizionali piante alimurgiche, riscoprendo leggende e antiche tradizioni che vi sono collegate. Senza trascurare di porre l’attenzione sulla necessità di una raccolta sostenibile per l’ambiente.
Si sviluppa così un racconto corale, che promuove l’uso e la conservazione di queste piante preziose e fornisce nel contempo una visione del loro ruolo per favorire un modo di vivere in sintonia con la natura.
67 piante, 22 schede etnobotaniche e 85 ricette da scoprire
Le testimonianze raccolte hanno evidenziato la conoscenza e l’uso di 67 piante, descritte in una tabella. Nel testo sono state incluse le schede etnobotaniche relative alle 22 piante giudicate le più importanti da un punto di vista nutrizionale ed etnobotanico, corredate da 85 ricette.
L’ampia bibliografia citata è un utile stimolo per ulteriori approfondimenti. Ci auguriamo che questo sia, infatti, solo l’inizio di un percorso di consapevolezza e impegno per una migliore qualità della vita, in cui il sapere degli anziani possa confrontarsi con la curiosità dei più giovani.
Le piante in primo piano
Le piante in primo piano
Asparago di monte, Barba di capra
Bardana maggiore
Betulla verrucosa, Betulla
Cicoria comune, Radicchio
Corniolo, Corniolo maschio
Faggio comune
Farinello comune, Farinaccio selvatico
Luppolo comune
Malva selvatica
Menta dei campi
Nespolo volgare
Ortica
Papavero comune
Piantaggine lanceolata
Porcellana comune, Portulaca
Radicchio dell’orso
Raperonzolo, Campanula raponzolo
Sambuco nero
Silene rigonfia tipica, Silene
Spinacio di monte, Farinello buon-enrico
Tarassaco
Trifoglio pratense
Maria Pia Macchi
Sara Maino
Fiorenza Tisi
Maria Pia Macchi
Nel 1981 si laurea con lode in Psicologia presso l’Università degli Studi di Padova con una tesi di Antropologia culturale inserita in un progetto MAB, UNESCO, oggetto di successivi convegni e pubblicazioni. Grazie a una borsa di studio incontra la visione del mondo olistica di comunità indigene dell’Amazzonia e delle Ande, oggetto della tesi di specializzazione in Ecologia Umana. Lunghi viaggi in India e in Nepal focalizzano i suoi interessi sui sistemi di Medicina tradizionale di questi Paesi. Nel 1996 fonda in Tamil Nadu, a Courtallam, zona nota per l’elevata biodiversità, un Laboratorio di Ecologia Umana e un giardino etnobotanico, con oltre 450 specie di piante medicinali. Qui approfondisce lo studio della Medicina Ayurveda e Siddha conseguendo numerosi attestati di partecipazione a corsi e convegni sul tema. Membro attivo della Società Internazionale di Etnobiologia, partecipa ad un fitto calendario di simposi nazionali ed internazionali e collabora in qualità di consulente a progetti di cooperazione nell’ambito della Medicina Tradizionale, dell’alimentazione e del turismo responsabile. Nel 2003 fonda a Pistoia la Onlus Magia Verde, di cui è presidente, e inizia a creare occasioni di scambio interculturale e sensibilizzazione sui temi della tutela ambientale e della prevenzione sanitaria, attraverso pubblicazioni e seminari.
Sara Maino
Professionista nell’ambito teatrale, performativo e video, si dedica all’ideazione e alla regia di spettacoli, audiovisivi d’arte e documentari in Italia e all’estero. Da più di vent’anni ricerca e raccoglie le memorie della gente che trasforma in creazioni artistiche, dalle performance di comunità a installazioni multimediali, da archivi digitali e mappe in Rete, a mostre e pubblicazioni, collaborando con enti e scuole di tutta Italia. È specializzata nell’ideazione e nella conduzione di laboratori formativi, focalizzati sulla pratica del suono e dell’intervista narrativa, come strumenti di stimolo creativo, per consolidare relazioni di comunità attraverso l’educazione a un ascolto consapevole. Cura progetti artistici per diversi festival nazionali e ha lavorato per RAI, Università Luiss di Roma, Scuola Musicale Allegro Moderato di Milano in qualità di regista, autrice ed esperta multimediale. www.saramaino.it
Fiorenza Tisi