L’inaspettata emergenza sanitaria ha stravolto ogni cosa e fino a qualche giorno fa nella bottega dei lustrini e del tulle ha regnato il silenzio, un silenzio carico di preoccupazione, tristezza e assenza. Tutto fermo, tutto chiuso, i saggi di fine anno sfumati insieme con il resto della vita “normale” , quella che conoscevamo. Dopo due settimane di chiusura, però, Maria Cira ha preso una decisione: riaprire riconvertendo la produzione, da tutù a dispositivi di tutela per la salute, mascherine in tessuto, non tessuto impermeabile, lavabile e confezionato secondo quanto previsto dalle autorità preposte.
La decisione l’ha presa valutando due aspetti: contribuire allo sforzo collettivo di produrre un bene necessario per la salvaguardia della salute difficile da reperire e salvare la sua azienda. Se avesse avuto qualche remora le è passata assistendo ai primi accenni di speculazione, le sue mascherine hanno un prezzo calmierato di 1 euro al pezzo più IVA vendute in bustine da 5 con consegna a domicilio tramite corriere.
Dopo aver studiato come avviare la produzione e aver reperito il tessuto necessario ha fatto sanificare l’azienda e organizzato la produzione a ranghi ridotti per rispettare l’obbligo del distanziamento sociale.
Le prime mascherine realizzate le ha donate al Comune in cui ha sede l’azienda, quello in cui ha sede la scuola di ballo e quello in cui abita, comuni limitrofi della fascia costiera in provincia di Napoli. Adesso sta pensando a come migliorare la produzione acquistando un macchinario- un investimento in questo momento è decisone audace- ma Maria Cira ha la mentalità di chi fa impresa sapendo che in questa scelta è connaturato il rischio, questo è il momento di avere coraggio e darsi da fare.