di Fiorenza Zanchi
Il puerperio o quarantena, come veniva chiamato riferendosi alla durata di circa 40 giorni, va dal periodo del “post- partum”, che comprende le prime 2/3 ore dopo il parto, all’incirca sino alla comparsa della prima mestruazione.
In questi fatidici 40 giorni nel corpo della neo mamma si compiono innumerevoli trasformazioni.
Una rivoluzione ormonale: bassi…
Ad esempio crollano letteralmente ormoni, come gli estrogeni e il progesterone, che avevano raggiunto livelli altissimi per sostenere la gravidanza e che, tra l’altro, contribuiscono in modo determinante all’equilibrio dell’umore nonché alla rigenerazione dei tessuti e, in particolare, delle mucose genitali.
Questi ormoni, unitamente a numerose altre sostanze presenti nel sangue che influenzano metabolismo, impulsi nervosi e intero equilibrio psicofisico, rimarranno sregolati nel corso di tutta la quarantena lasciando la puerpera in balia delle loro fluttuazioni.
… e alti
D’altro canto si eleva molto la prolattina, un ulteriore ormone che, come ricorda il suo nome, favorisce la lattazione ma più in generale il così detto ” comportamento parentale” ovvero una disposizione psichica di completa disponibilità, capacità di attenzione e difesa nei confronti del neonato e in contrasto, un relativo disinteresse nei confronti di qualsiasi “stimolo” che non sia il bimbo.
Insomma una vera e propria rivoluzione nel corpo e nella mente, resa ancora più complessa e delicata dalla comparsa al centro dello tuo spazio vitale, in tutta la sua concretezza, di un nuovo essere che per di più è totalmente dipendente da te.
Non ce la farò mai!
Piangere per ogni nonnulla, dormire poco e male, percepire ogni più piccolo inconveniente o problema come enorme o impossibile da superare, alternare momenti di eccitazione con crisi di terribile scoraggiamento, temere che il bimbo pianga troppo o troppo poco, dorma o mangi troppo o troppo poco, abbia la testa troppo lunga o schiacciata, che il latte sia insufficiente o poco nutriente… sono solo alcune delle reazioni, dei timori e dei sensi di inadeguatezza che accompagnano questa vera e propria rivoluzione ormonale!
Spesso inoltre non si sa da che parte cominciare e, soprattutto, a chi appoggiarsi: chi non uscirebbe almeno un po’ “esaurita” da tutti questi cambiamenti? Un momento di depressione, di crisi, di smarrimento, di “paura di non farcela” è del tutto naturale.
e la sessualità?
Anche i rapporti sessuali fanno fatica a riprendere sia per la “disposizione psichica” avversa, legata al rialzo della prolattina, sia perché il corpo non è ancora pronto: in particolare le mucose genitali, a causa degli estrogeni bassi, sono sottili e facilmente infiammabili. Insomma, con buona pace dei compagni, in questa prima fase più che di eros c’è bisogno di coccole e accudimento! Naturalmente è solo questione di tempo. Anche questo passerà: generalmente è la ripresa della mestruazione che avverte del progressivo ritorno a un equilibrio di “donna” e non solo di “madre”.
Un tempo per ogni cosa
Inoltre specie se ci sono state
– episiotomia, lacerazioni, ematomi, emorroidi o, ancor più un taglio cesareo, si può far fatica a muoversi, a camminare a sedersi. Ma anche in assenza di queste complicazioni il solo
– rilassamento dei legamenti del bacino, dovuto alla gestazione, può rendere difficile e penoso camminare provocando: dolori sciatalgici, o fitte all’inguine o senso di peso e tensione dolorosa alla vulva
Ugualmente
– l’allentamento dell’articolazione del pube, così come l’eccessiva mobilità dell’articolazione sacro coccigea, che hanno permesso al bacino di allargarsi e consentire il parto, possono provocare dolori che aumentano camminando.
– Ii piano perineale che ha dovuto tendersi e rilassarsi, se non essere inciso, per consentire il passaggio della testina durante il parto, può dolere e ostacolare sia la posizione seduta che la deambulazione, oltre che la sessualità.
E’ perfettamente normale che tutte queste lesioni dolgano anche per parecchio tempo, a volte anche al di là dei quaranta giorni, ad es. possono volerci anche due-tre mesi prima che i legamenti e le articolazioni ritrovino il loro tono usuale: d’altronde ci sono voluti nove mesi di continua trasformazione per arrivare al parto, non c’è da stupirsi e non si può pretendere che in un tempo molto più breve tutto ritrovi nuovi equilibri e una nuova armonia.
Niente di più naturale che sentirsi a pezzi, dolorante, bisognosa di cure, protezione e sicurezza piuttosto che pronta ad affrontare questa nuova enorme responsabilità che senti sulle spalle!
Le tradizioni insegnano
Non a caso invariabilmente in tutte le tradizioni la “quarantena” era tenuta in altissima considerazione e rappresentava un periodo di particolare protezione e accudimento. Qualsiasi sforzo fisico era risparmiato alla puerpera: tanto era considerata fragile che in alcune tradizioni veniva persino imboccata, così come in altre era il marito ad accudirla completamente, mentre alle nonne spettava badare al bambino che le veniva portato solo per l’allattamento…la tradizione ayurvedica, antica medicina che viene dai Veda, tuttora incoraggia la puerpera a restare in casa ed essere completamente accudita e nutrita con cibi speciali particolarmente nutrienti e raffinati per le prime tre- quattro settimane dopo il parto: questo periodo è ritenuto importantissimo per assicurare un buon rapporto tra la madre e il bambino ma soprattutto per proteggere il delicato sistema nervoso della puerpera.
Possiamo tuttavia aiutare e accelerare il “ritorno alla normalità” favorendo attivamente i nuovi equilibri che si stanno instaurando.
Cosa fare?
E’ tassativa:
-Una casa organizzata e accogliente
-La presenza di un gruppo famigliare – marito, madre, sorelle, zie..- o di un’amica disposti ad aiutare, seguire appoggiare.
-Se possibile l’ostetrica di fiducia con cui si ha confidenza e ricca di competenze cruciali per alleviare momenti di crisi
-Un’alimentazione idonea a sostenere le energie in ricostruzione e quelle donate in caso di allattamento.
In generale l’ambiente fisico e umano che circonda la puerpera deve costituire una sorta di “guscio” protettivo capace di garantire le condizioni migliori per affrontare serenamente le trasformazioni in corso.
-Alcuni semplici esercizi che aiutino a restituire energia al corpo, riposare meglio, ripristinare una buona postura, prevenire prolassi e disturbi urinari
Gli esercizi per armonizzare corpo ed energia dopo il parto
di Pier Luisa Robecchi
Dopo il parto e nelle settimane che seguono, è importante aiutare il riposo e restituire energia al corpo. Per farlo è sufficiente eseguire semplici esercizi di buona respirazione. Infatti per la sua centralità funzionale sui tre diaframmi (pavimento pelvico o perineo, diaframma della gola e diaframma epigastrico) quindi anche sul perineo, una respirazione corretta può aiutare ad attivare i muscoli del tronco e perineali per ripristinare una buona postura e, se gli esercizi sono regolari e mantenuti nel tempo, evitare prolassi e disturbi urinari.
- Sdraiarsi a terra, su di una superficie morbida, gambe piegate e sostenute sotto le cosce da un rotolo, cuscini o coperta arrotolata. Porre un cuscinetto sotto il capo, braccia lungo i fianchi, palmo mani rivolto verso l’alto, o mani appoggiate con dolcezza sulla zona dell’ombelico, chiudere gli occhi. Ascoltare per qualche minuto il proprio respiro naturale. Quindi inspirando lentamente e profondamente, sentire l’espandersi della zona ombelicale. Espirando Il contrarsi progressivo della stessa zona e il suo rientrare leggermente. Continuare per alcuni minuti, senza forzare. Quando ci si sente rilassate, immaginare che il respiro sia pura energia bianca splendente, che si diffonda a tutto l’addome, al basso ventre, al perineo, all’utero, lenendoli, rilassandoli, armonizzandoli.
- Dopo aver tolto i punti dell’episiotomia, ripetere la stessa respirazione aggiungendo nella fase espiratoria, quando la zona ombelicale si contrae e rientra un poco, una leggera contrazione progressiva dei muscoli perineali. Vale a dire contrarre la vagina e l’ano risucchiandoli un poco verso l’ombelico. Trattenere per due o tre secondi, quindi inspirare lasciando espandere la zona ombelicale e rilassando progressivamente i muscoli perineali. Ripetere per alcuni respiri. Quindi ascoltare le sensazioni della zona.
- Sempre sdraiate, gambe piegate, piedi paralleli poggiati a terra aperti quanto l’ampiezza delle anche, braccia lungo i fianchi. Espirando la zona lombare si appiattisce sfiorando il pavimento, il coccige si stacca leggermente da terra, i muscoli perineali e addominali si contraggono: trattenere per tre secondi il respiro e la contrazione muscolare. Ispirando lasciare con un movimento morbido che il bacino basculi in antiversione: la zona lombare riprende la sua naturale curva lordotica, il coccige si appoggia a terra. La contrazione periombelicale e dei muscoli del perineo si rilassa progressivamente.
- Dopo dieci quindici giorni dal parto gli esercizi diventano più intensi.
- Medesima posizione: dopo aver ripetuto la retroversione ed antiversione del bacino per alcune volte, espirando, facendo perno sui piedi, sollevare il bacino contraendo con maggiore forza i muscoli perineali e sentendo la zona ombelicale rientrare, mentre la colonna vertebrale si stacca dal suolo, vertebra per vertebra, sino all’altezza delle scapole. Trattenere per alcuni secondi, quindi inspirando ritornare a terra, avendo cura di percepire il movimento della colonna, vertebra per vertebra, appoggiarsi al suolo.
- Medesima posizione iniziale: gambe piegate, piedi paralleli a terra, braccia lungo i fianchi, stendere il ginocchio destro e sollevare la gamba, mantenere per alcuni respiri. Ridiscendere in posizione iniziale e ripetere dell’altro lato.
- Stendere a squadra le gambe verso l’alto, e descrivere dei piccoli cerchi con tutte e due gli arti uniti, prima da un lato e poi dall’altro. Durante l’esercizio aver cura di mantenere una leggera contrazione della vagina e dell’ano. Ascoltare l’impegno dei muscoli addominali.
- A quattro zampe, peso diviso equamente sui quattro punti di appoggio, spalle rilassate che si allontanano dalle orecchie. Inspirando, muovere vertebra per vertebra dal coccige sino al capo, inarcando la colonna ad arco concavo. I muscoli dell’addome pur espandendosi rimangono attivi. Espirando contraendo i muscoli glutei, perineali e addominali, portare in retroversione il bacino ed accompagnare la colonna in arco convesso, rilassando il capo in avanti.
- Sempre a quattro zampe, equilibrare bene il peso sui quattro arti, quindi stendere e sollevare in dietro l’arto destro, mantenere la posizione avendo cura di sentire la zona addominale controllata dall’impegno dei muscoli, le spalle rilassate che si allontanano dalle orecchie, e tutto il corpo ben equilibrato sui punti d’appoggio. Mantenere per tre o quattro respiri, quindi ritornare in posizione di partenza, rilassare ed eseguire con l’altro lato. Da 5 a 10 volte.
- A quattro zampe, poggiare la punta dei piedi a terra e camminando con le mani assumere la posizione accovacciata. Se vi sono difficoltà a mantenere la posizione, allargare lo spazio di separazione fra i due piedi, e porre sotto i talloni un rialzo. Inspirare ed espirando risucchiare contraendoli l’ano e la vagina sino alla sua sommità. Inspirare rilassando progressivamente.
- Preparare un rialzo con due o più coperte ben piegate, sedersi sul bordo anteriore del rialzo e stendersi a terra, in modo che tutto il bacino sia poggiato sulle coperte. Sollevare le gambe a squadra e mantenendo il corpo a terra rilassato, braccia lungo i fianchi, portare l’attenzione sul movimento di espansione della zona ombelicale durante l’inspirazione, ed alla sua contrazione con leggero rientrare durante l’espirazione. Mantenere da 5’ a 10’.