di Francesca Vitelli
Dar Voce alla donna del mito
Più donna o più mito? Questa è la domanda che Maria Siricio, artista versatile formata all’Accademia di Belle Arti di Napoli ed io, consulente per la promozione e la valorizzazione del lavoro femminile, ci siamo poste due anni fa. Come hanno vissuto la loro parte di umane passioni Partenope, la sirena su cui è costruito il mito fondativo di Napoli, la Sibilla Cumana, profetessa cara ai romani, che la interpellavano nel suo antro presso Cumasul lago d’Averno, considerato la bocca dell’inferno, la porta d’accesso all’Ade per Enea, e le altre figure mitiche femminili?
Nasce, così, dal desiderio di dar voce alla donna del mito, un progetto artistico pluriennale iniziato nel 2016 con EnterprisinGirls, l’associazione nata per creare sinergie fra le donne.
Arte e mitologia : sinergie femminili
Nel 2017 la prima mostra: Partenope. Una cantina di un ex monastero del Cinquecento per riprodurre una grotta sottomarina. Dipinti su tela, acquerelli, pannelli lignei, sculture realizzate con tecniche miste e complementi di arredo per dar voce alle umane, femminili, passioni: l’amore, la gioia, l’ira, la delusione, lo stupore, il dolore, la disperazione.
Per la Sibilla Cumana il team si è arricchito, all’artista e alla curatrice si sono aggiunte una gallerista, una giornalista e imprenditrice esperta d’arte e una imprenditrice esperta di comunicazione digitale.
Donatella Gallone, giornalista, scrittrice e esperta d’arte ha cercato e individuato il luogo adatto a far vivere le opere dell’artista.
La gallerista, Ilia Tufano, ha accolto con entusiasmo l’idea di ospitare la mostra nel suo spazio espositivo, punto d’incontro napoletano per gli amanti dell’arte, dando spazio a una sezione “immersiva” – un video che permette agli spettatori di entrare nell’atmosfera, nel mondo della Sibilla – curati da Paola Lubrano fondatrice di AleaLab, agenzia di comunicazione.
Dare forma alle emozioni
Otto dipinti acrilico su tela, di varie dimensioni, cinque acquerelli, quattro sculture in terracotta, dodici schizzi preparatori e un video.
Le figure mitiche femminili ritratte esprimono gioia, ira, dolore, paura, incertezza, amore, stupore, curiosità attraverso il movimento nello spazio e il diluirsi o l’accentuarsi del colore.
Ciò che accomuna queste opere della maturità artistica in continua crescita ed evoluzione è l’intensità. I volti, i corpi e le espressioni ne sono permeati, catturano per la forza che trasmettono, una potenza visiva che colpisce lo stomaco, prima del cervello. Un’ espressione emotiva dell’arte che cede il passo ai sensi per giungere, in seguito, alla razionalità. L’istinto e la memoria vengono sollecitati dalla proposta di una esperienza in cui le opere, nelle loro linee, ora nette ora evanescenti, evocano atmosfere, stati d’animo e pensieri.
Si realizza, così, una sintesi assai rara: l’immediatezza nella comprensione dello stato d’animo del soggetto rappresentato, i cui tratti sono solo in parte modellati sul canone figurativo. Nelle opere dell’artista, anche l’evanescente è carico di significato senza nulla lasciare al caso e all’indefinito.