Dalla cucina della nonna al lavoro imprenditoriale
Di Francesca Vitelli
Nella vita può capitare di avvertire l’urgenza di scelte lavorative che si comprendono a distanza di tempo. Isabella Preziuso ha scelto la sua strada dopo poco più di un anno trascorso in giro per l’Italia a studiare come si gestisce una azienda agrituristica. Ritornata in Irpinia le è venuta in mente una casetta di famiglia, in mezzo al verde…quella casetta è diventata la“Locanda La Molara”dal nome che storicamente identifica un angolo di uno dei Borghi più belli d’Italia, all’interno del Parco del Partenio: Summonte.
Tre generazioni di donne con la passione per il cibo
La sua è una storia di donne, tre generazioni legate da una passione: il cibo. Gesti, profumi, tradizioni e racconti hanno popolato l’infanzia di una bambina attenta e curiosa, che la madre la mattina, prima di andare a lavorare, affidava alla nonna. Anni in cui l’alternarsi delle stagioni era scandito da pietanze e colori della terra si sono susseguiti gettando solide fondamenta nella memoria.
La carezza della farina sparsa su un piano di legno per fare dolci, il monticello in cui tuffare le uova per la pasta da condire con il sugo di pomodoro e le tante altre ricette si sono impresse nelle mani sfuggendo alla mente, fino a quando il cuore non le è andate a cercare.
Dodici anni fa Isabella ha iniziato un’ avventura: sua madre ai fornelli e lei alla gestione della Locanda. Da allora ha affinato la conoscenza e la ricerca dei prodotti di qualità del suo territorio: castagne, tartufi, nocciole, funghi, olio d’oliva extra vergine. A questi ultimi ha affiancato ingredienti speciali di luoghi lontani come i capperi, il passito di Pantelleria, l’aceto di Modena.
Poi è passata dalla gestione alla cucina.
Il coraggio e l’intraprendenza non le mancano, tre anni fa ha fondato con dei soci un’azienda per la commercializzazione dei prodotti d’eccellenza italiani e a giorni partirà con la gestione dei locali di un palazzo storico di Summonte dove organizzare degustazioni, banchetti e cene.
Imparare a esprimersi attraverso le diverse sfaccettature del cibo
La semplicità di una cucina tradizionale e la ricercatezza di preparazioni gastronomiche originali: questa la differenza delle proposte fatte alla Locanda e alla nuova struttura, i due volti di una stessa personalità, quella personalità che giorno per giorno matura e si consolida.
Cosa le hanno trasmesso le donne della sua vita? La determinazione del voler fare, l’impegno nel lavoro e la dedizione nella preparazione del cibo. I suoi clienti amano andare da lei per essere accolti e sentirsi come a casa propria, apprezzano il calore e la bontà di una cucina dalle ricette semplici ma curate con attenzione ed esperienza. I suoi clienti sono persone che amano mangiar bene sanno riconoscere la semplicità come sinonimo di qualità.
“Il cibo è come l’amore, una delle cose belle della vita” è il motto di Isabella, che oggi cucina ricordando i gesti e le ricette imparati dalla nonna e dalla madre, nella convinzione che per alcuni la buona cucina e l’attenzione alla ristorazione siano una moda mentre ,a per molti esprimano un sincero interesse verso se stessi e la salute dei propri affetti.
Cucinare la rilassa, lo fa per i clienti, per gli amici e per se stessa, partecipa a manifestazioni, degustazioni, convegni, incontri e corsi di formazione perché il cibo e la ristorazione sono la vita che ha scelto.
In un mondo nel quale le relazioni umane sono complicate e le persone distratte, il sorriso di chi imbandisce la tavola trasmette cura, attenzione e dedizione al benessere di chi a quella tavola si siederà.
La vocazione di trasmettere le competenze sul cibo
Ne è passato di tempo da quando la zia le regalò un quaderno in cui scrivere le sue ricette, la ragazzina di allora si stupì di un regalo che le sembrò utile quanto un accendino per chi non fumi. Oggi quel quaderno è pieno di appunti, fogli, schizzi, idee, progetti ed esperimenti. Isabella sa che tra poco verrà il suo turno di trasmettere a una nuova generazione un sapere che ha i profumi della montagna e i colori delle stagioni e l’aver pochissimo tempo per se stessa è compensato dalla gioia di veder la serenità dipingersi sui volti di chi lavora con lei e di chi si siede alla sua tavola.