La sottile violenza dell’apparire
Apparire significa oggi adeguarsi ad uno stereotipo di donna tendenzialmente androgino: pancia piatta, fianchi stretti, gambe sottili sono “parole d’ordine” e immagini che dominano la cultura dei media. Nella mia esperienza omologarsi a questo modello è in effetti percepito da molte donne come unica possibilità di apparire belle ed essere accettate.
Vedo ingaggiare lotte senza quartiere a fianchi rotondi e cosce ben tornite, ad ogni prezzo e spesso con grandi sacrifici fisici, psichici ed economici, per eliminare forme vissute come inadeguate.
E’ come se peso e forme corporee fossero diventati una sorta di ago della bilancia in base al quale calcolare il proprio valore personale che, in qualche modo, si assimila a un aspetto quanto meno “morbido” possibile.
Non a caso l’insoddisfazione e il rifiuto sono sempre diretti proprio verso quelle parti del corpo, dove quantità e tipo di distribuzione del grasso giocano un ruolo specifico nelle forme/ funzioni femminili: il ventre, le natiche, per non parlare poi delle cosce dove si deposita l’oggi poco valorizzato grasso trocanterico ovvero quel grasso che in misura maggiore o minore tutte le donne hanno sul lato esterno della coscia e che disegna la tipica forma femminile: la forma ginoide.
Perché apparire e funzioni femminili?
Ma la funzione femminile, mestruazioni, gravidanza, menopausa, ha caratteristiche che sono strettamente legate proprio alla forma e quindi all’apparire del corpo delle donne, per questo l’aspetto ginecologico è praticamente sempre coinvolto in queste “lotte” sebbene, di volta in volta, attraverso disfunzioni di diversa gravità.
Dalle semplici irregolarità nel ciclo mestruale sino all’amenorrea vera e propria e all’infertilità, ma anche alla maggiore vulnerabilità alle infezioni o ai disturbi della sessualità così come, nell’epoca climaterica, ad un aumentato rischio di osteoporosi o di depressione.
Parlo anche di epoca climaterica perché, se il conflitto delle donne con la loro forma corporea è un problema che incontro da almeno trent’anni, il fatto nuovo o più nuovo è che man mano la fascia di età in cui si manifesta si è notevolmente allargata e ormai si estende dalle bambine in età pre-pubere alle donne mature, specie al tempo della menopausa.
Grasso organo multifunzionale
Il fattore determinante in questa relazione tra forma e funzione, è che esiste uno stretto rapporto tra: quantità, tipologia, distribuzione del tessuto adiposo ed equilibrio ormonale, riproduzione e non da ultimo, SNC (sistema nervoso centrale).
Infatti il tessuto adiposo non è un “optional”, una sorta di vestito da indossare o togliere quando e come si vuole, ma un vero e proprio organo multifunzionale.
Tanto per cominciare il tessuto adiposo è in grado di produrre ormoni, veri e propri “postini”chimici capaci di trasportare messaggi da una parte all’altra del corpo, influenzandone le diverse funzioni, in particolare può trasformare (aromatizzare) gli androgeni, ormoni maschili, in estrogeni, importanti ormoni della funzione femminile.
Se diminuisce troppo il grasso, anche gli estrogeni diminuiranno lasciando campo libero agli androgeni che, tra l’altro, possono dare, ad es., noiosi problemi di acne o maggior fragilità e caduta dei capelli.
Magra a tutti i costi: anche in menopausa
In fasi della vita come il climaterio, in cui gli estrogeni che vengono dalle ovaie diminuiscono, la quota ormonale proveniente dal distretto adiposo diviene più importante. Un eccessivo dimagrimento, specie se troppo veloce, modifica i processi di trasformazione ormonale in questo tessuto e può accentuare, ad esempio, il rischio di osteoporosi a causa dello stretto legame tra estrogeni e massa ossea.
Ugualmente una diminuzione troppo veloce e accentuata di estrogeni nel sistema nervoso centrale può favorire la tendenza alla depressione, il nervosismo, l’irritabilità, l’affaticamento.
Insomma qualche curva in più in questa fase della vita favorisce, oltre che una pelle sicuramente più distesa e idratata, anche ossa più sane e un umore più “luminoso”!
Peso equilibrato? Te lo dice il ciclo mestruale
Un rischio di osteoporosi è presente anche nelle ragazze giovani troppo sotto peso, ad esempio nei casi di anoressia.
Ma il sintomo più visibile e più frequente, legato all’eccessiva perdita di peso nella donna giovane, è l’irregolarità mestruale fino alla cessazione del ciclo o amenorrea.
L’amenorrea è infatti spesso correlata al calo ponderale o, comunque, ad una insufficiente presenza di tessuto adiposo: è come se il cervello registrasse una situazione di “carestia cronica” e di conseguenza riducesse ogni dispersione di energia e ogni funzione non fondamentale per la sopravvivenza.
Il peso corporeo viene registrato da una zona specifica del cervello: l’Ipotalamo. Questa regione alla base del cranio, tra le più antiche, è anche collegata ad una delle ghiandole più importanti del nostro organismo: l’ipofisi, proprio la ghiandola che, tra l’altro, produce gli ormoni che dirigono la funzione delle ovaie e di conseguenza del ciclo mestruale. L’Ipotalamo è inoltre contemporaneamente coinvolto nel controllo del metabolismo. Quando si dimagrisce, specie se molto velocemente, l’ipotalamo registra la diminuzione della massa corporea e rallenta la produzione degli ormoni dell’ipofisi, rallentando il metabolismo per risparmiare energia e bloccando il ciclo mestruale. |
In effetti in tempi relativamente recenti si è scoperto che la perdita di grasso è associata alla riduzione di un piccolo ormone proteico, chiamato Leptina, prodotto proprio dalle cellule del tessuto adiposo, e coinvolto nella regolazione del peso corporeo addirittura a livello dei centri nervosi superiori.
E’ questa proteina infatti che informa particolari aree del cervello (Ipotalamo), sui livelli “critici” di riserve di tessuto adiposo, necessarie per l’attività ciclica dell’apparato genitale femminile.
Pubertà: l’energia che fiorisce
L’inizio della pubertà che segna, con la comparsa della prima mestruazione, lo sbocciare della femminilità, è associato a livelli crescenti di Leptina. Se il tessuto adiposo è troppo scarso, la Leptina non cresce a sufficienza e la pubertà si blocca: per questo è particolarmente rischioso il dilagare di diete dimagranti anche in ragazze giovanissime.
Ugualmente livelli adeguati di Leptina sono necessari poi per il mantenimento del ciclo mestruale e di una normale funzione riproduttiva, così come livelli calanti di Leptina, in risposta ad eccessivo dimagrimento, sono associati a caduta di estradiolo (uno dei principali ormoni femminili) con conseguente amenorrea ed infertilità.
Forma e funzione allo specchio
Non si tratta di mitizzare il grasso, ma neanche di demonizzarlo, come per lo più si tende a fare. E’ necessario invece trovare il giusto equilibrio, valorizzando al massimo la propria specifica individualità e sapere che l’eccessiva eliminazione di questo fondamentale tessuto corporeo, il cambiare e costringere la forma femminile dentro panni non suoi, possono coinvolgere e alterare l’equilibrio dei centri nervosi superiori femminili e con essi, del ciclo mestruale con i suoi periodici mutamenti.
In questo senso, “la sottile violenza dell’apparire” può penalizzare non solo la forma del corpo delle donne, ma molto più profondamente, la funzione femminile, in particolare annullando una delle sue più specifiche caratteristiche: la ciclica alternanza di tempi e ritmi.
*estratto relazione tavola rotonda FILDIS-CPO Università di Pavia, 2007