Liberarsi dal “bozzolo” creato da troppe ore di lavoro
Questa foto, scattata camminando verso un inaspettato e pallido sole, dopo giorni interminabili di pioggia, segna il mio personale passaggio “dall’imbozzolamento invernale” alla rigenerazione primaverile.
Il lavoro al computer, in studio, seduta per ore, come tutte coloro che lavorano in ufficio e al chiuso provoca un accumulo di tensione fisica da postura e un accumulo di tensione psichica da stress lavorativo che, sommandosi agli inevitabili problemi quotidiani, spesso ci rende “apparentemente” stanche e svuotate.
Scrivo “apparentemente” perché sono convinta, per esperienza personale, che se dopo potessimo fare una gita in montagna o quattro salti a ballare in allegria…probabilmente ce la faremmo benissimo.
Questo perché quella che accumuliamo soprattutto d’inverno, lavorando al chiuso, con le giornate corte e poca luce, è una stanchezza più mentale che fisica. E’ una stanchezza determinata anche da un accumulo di comunicazione.
Comunicazione reale/fisica per chi di noi lavora in ufficio/studio con altri ed è costretta a relazionarsi continuamente, anche quando non ne avrebbero voglia. Comunicazione virtuale per chi, come me, lavora molto al computer. La somma di entrambe le cose in molti casi.
L’ immersione quotidiana in una quantità esagerata di parole, informazioni, richieste, modelli, comportamenti, immagini provoca incessanti sollecitazioni che spesso non scegliamo, ma subiamo. Stimoli che ci invadono in modo quasi violento, “ingolfandoci la mente” e lasciandoci poi “apparentemente” privi di energie.
“Staccare” con il movimento
Staccare dopo il lavoro, o durante l’intervallo del pranzo, e fare un’attività fisica che trasformi la stanchezza psichica in sana stanchezza fisica, scaricandoci e facendoci, fra le altre cose, dormire meglio, è un rimedio che funziona.
Ma come rigenerarsi e riattivarsi, senza imporsi nuovi stress con orari e palestre dove poi non si riesce ad andare o progetti impossibili, costosi, che alla fine rimangono solo nei sogni?
La cosa più semplice, gratuita, e meravigliosamente rilassante è camminare, fuori città, quando si può, ma anche in città, ogni volta che è possibile.
Basta camminare a passo svelto, ma non troppo (ognuno trova il suo…) preferibilmente da sole, scegliendo, anche in città, i percorsi preferiti, per esempio attraverso parchi o giardinetti. Soffermare lo sguardo sui particolari: le case, gli alberi, le persone. Camminare, osservare, svuotare la mente dai pensieri ricorrenti e ossessivi, ossigena e rigenera, riconnette con la natura ma anche in la città fa scoprire cose nuove che non si notano, probabilmente, quando si cammina con lo sguardo disattento, immerse nei pensieri quotidiani.
Il rito della passeggiata quotidiana
Per aiutarci camminare dovrebbe diventare un rito, qualcosa che aspettiamo e coccoliamo. Un momento di intimità con noi stesse, senza cellulare, per poter dare retta solo al respiro, ai passi, ai paesaggi artificiali o naturali visti con occhi nuovi; una sorta di camminata in meditazione…
Come camminare poi?
Con postura da Regine! Ce lo spiega il bell’articolo di Pierluisa Robecchi
kiko
Calendimaggio: Arcani, pietre, erbe
Avete presente il quattro di bastoni degli Arcani minori? Si possono osservare dei pali agghindati a festa e non posso fare a meno che associarli alla festa della rigenerazione primaverile e quindi, al palo di maggio. Il seme di bastoni rappresenta l’energia sessuale e creativa, la fecondità, l’immaginazione, l’istinto, il potere e la crescita. Non a caso, l’elemento ad essi associato è il fuoco.
http://www.cavernacosmica.com/calendimaggio-nelle-erbe-pietre-e-tarocchi/