3 Comments

  1. Roberta

    È vero, i nostri ritmi sono discontinui, ma come conciliarli con i tempi del lavoro e della famiglia?
    Io fatico ad imparare, forzandomi, mi adeguo ai ritmi imposti dall’esterno, che richiedono prestazioni costanti e efficaci in ogni momento. Qualcuna di voi ha esperienze da raccontare? Sarei felice di condividerle!

  2. Michela

    Lo riconosco, sono un po’ “lunatica”, alterno giorni lavorativi molto fertili e altri in cui, anche se sto al tavolo molte ore, non produco nulla. All’inizio questa apparente incapacità mi faceva paura, mi sforzavo di fare qualcosa e mi alzavo dal posto di lavoro sfinita, senza alcun risultato.
    Con il tempo ho imparato a fare altro. Mi concedo lunghe passeggiate, cucino, bagno i fiori. Provo a non pensare a nulla. Spesso proprio in questi momenti emergono idee che inseguivo da tempo senza risultati e mi rimetto al lavoro appassionatamente.
    Certo potersi permettere questa discontinuità è un lusso, lavoro in proprio, scelgo io i miei ritmi.

  3. Credo che esserne consapevoli, imparare a vedere quando stiamo “cedendo” verso l’esterno, sia già un passo importante. A me accade così, che quando me ne rendo conto sto già meglio. La “discontinuità” arriva a nostra insaputa, ecco perchè ci è difficile controllarla. Per me un aiuto enorme in questo commino di consapevolezza viene dallo Yoga.

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